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Diastasi addominale

La diastasi dei muscoli retti dell’addome è una patologia non molto conosciuta ma relativamente comune nelle donne dopo gravidanza.
Nel terzo trimestre di gravidanza, circa il 65% delle gestanti è soggetta a diastasi addominale che, nel 30-60% dei casi, permane anche dopo il parto.
Contrariamente a quanto si pensa, l’esercizio fisico non sempre è utile per ripristinare il corretto funzionamento del muscolo retto addominale che ha subito diastasi, dato che in alcuni casi un approccio del genere può addirittura peggiorare la situazione.
Il termine diastasi deriva dal greco e significa “separazione”: si parla di diastasi addominale quando i muscoli retti – i muscoli principali della parete addominale anteriore, che decorrono verticalmente dalle coste sino al pube ai lati della linea mediana e dell’ombelico – si allontanano fra loro, lasciando la porzione centrale dell’addome libera dalla solidità offerta dai muscoli stessi.
In tale zona di debolezza quindi verrà a trovarsi, al di sotto del piano cutaneo, unicamente la fascia muscolare senza i muscoli, che si troveranno quindi più lateralizzati.
Questo fenomeno è avvertito dalle pazienti come una zona più morbida e più debole al centro dell’addome, soprattutto nella regione sovra-ombelicale o nella regione compresa fra l’ombelico ed il pube.
Il caratteristico segno della diastasi addominale è una sorta di area incavata che si forma in corrispondenza della linea alba, tra i due muscoli retti dell’addome.
Tale zona, sotto sforzo, diventa evidente come uno spiacevole rigonfiamento.
La genesi del problema è spesso, come detto, conseguente a gravidanze in quanto la parete addominale – per permettere la crescita del nascituro ed il conseguente parto – deve adattarsi, ed uno dei possibili adattamenti dell’addome è lo sviluppo di una diastasi.
Associata alla diastasi, inoltre, è spesso presente anche un’ ernia ombelicale di piccole-medie dimensioni.
L’ernia, per definizione, è una perdita della continuità (cioè un buco) negli strati muscolari e fasciali dell’addome, entro il quale il contenuto addominale può impegnarsi, andando a formare un rigonfiamento chiaramente avvertito dal paziente, che normalmente riesce a ridurre l’ernia con una lieve pressione sulla stessa, riportandone il contenuto all’interno dell’addome.
Molti considerano la diastasi una patologia estetica, ma la diastasi provoca importanti alterazioni nella meccanica dell’addome e del bacino che provocano dolore alla schiena, instabilità della colonna, dolore alle anche e al bacino, ernie della parete addominale, incontinenza urinaria, difficoltà digestive, senso di pesantezza, gonfiore addominale.
Da ultimo, le ernie in generale e l’ernia ombelicale di piccole-medie dimensioni in particolare sono a rischio di intasamento o di incarceramento, una eventualità rara ma possibile e soprattutto molto grave: avviene cioè che il contenuto erniato non si riesca più a ridurre dentro l’addome con una semplice pressione, ma resti “incastrato” (incarcerato appunto) nell’ernia, con tumefazione dolorosa e serio rischio per la vitalità del viscere erniato, sia esso intestino o adipe, con necessità di un’intervento in urgenza.

L’intervento per la diastasi viene eseguito per via laparoscopica attraverso tre piccole incisioni in sede sovrapubica sotto la linea dello slip.
Si ricostruisce la linea mediana mediate una suturatrice meccanica che verrà rinforzata anche da una sutura a mano e dal posizionamento di una rete.
Tale protesi andrà a coprire la diastasi e l’ernia ombelicale, ripristinando la continuità muscolo-fasciale e restituendo all’addome e alla sua muscolatura la propria normale meccanica.
Il decorso postoperatorio, come per tutti gli interventi in laparoscopia, consisterà in un breve periodo di osservazione di 1-2 giorni, con rapida ripresa delle normali attività e scarso dolore postoperatorio.
Ciò consentirà ai pazienti di svolgere le normali attività e gli sforzi fisici più gravosi con una muscolatura addominale perfettamente funzionante, evitando inoltre i rischi correlati all’ernia ombelicale.
Non si tratta solo di una problematica estetica ma anche funzionale in quanto causa patologie come incontinenza urinaria da sforzo e dolori lombari che inficiano sulla qualità della vita.
Il decorso post operatorio prevede la mobilizzazione e la ripresa dell’alimentazione in I° giornata post operatoria e la dimissione in II° giornata
Dopo una sola settimana i pazienti possono riprendere la loro vita normale e dopo un mese effettuare un graduale esercizio fisico.
I vantaggi della chirurgia mininvasiva per la diastasi addominale sono i seguenti:
– risoluzione definitiva del problema
– rapido recupero post-operatorio
– minor dolore sia durante che dopo l’internvento
– cicatrici quasi invisibili
Per avere la certezza di ottenere una resa finale di ottimo livello e di risolvere definitivamente il problema è necessario affidarsi a professionisti altamente qualificati, esperti e specializzati in questo genere di operazioni, che prevede specifiche competenze e un continuo aggiornamento sulle tecniche operatorie mini-invasive.