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Ernia inguinale
Il termine ernia indica la fuoriuscita di un viscere, o di una sua parte, dalla cavità che normalmente lo contiene. L’ernia inguinale è la fuoriuscita, a livello dell’inguine e precisamente in direzione del cosiddetto canale inguinale, di un viscere addominale.
In genere, il viscere addominale protagonista dell’ernia inguinale è l’intestino; più raramente, è la vescica o una porzione di tessuto adiposo situata a ridosso degli organi addominali limitrofi al canale inguinale
La caratteristica peculiare dell’ernia inguinale è la tumefazione, un rigonfiamento ed è ciò che spinge la maggior parte dei pazienti a rivolgersi al medico per una visita.
Tra le varie tipologie di ernia (iatale, crurale, ombelicale, diaframmatica, etc), l’ernia inguinale è quella più diffusa in assoluto (70 e l’80%).
A soffrirne maggiormente sono gli uomini: secondo alcune stime, la popolazione maschile, rispetto a quella femminile, sarebbe dalle 7 alle 10 volte più a rischio di sviluppare un’ernia inguinale.
L’ernia inguinale è tipica degli individui adulti di mezza età, ma può insorgere anche nei bambini e negli anziani.
Nella maggior parte dei casi, l’ernia inguinale compare nella parte destra del corpo umano ma può anche essere bilaterale.
– Cause
– Fattori di rischio
– Sintomi
– Complicanze
– Diagnosi
– Terapia
– Prevenzione
– Ripresa degli allenamenti dopo l’intervento
Cause
Patologia molto comune, soprattutto nella popolazione maschile, l’ernia inguinale trae origine da un indebolimento della parete addominale, indebolimento che può dipendere da numerosi fattori come per esempio un eccesso di peso, un sforzo fisico molto intenso ecc.
La parete addominale è costituita da una solida impalcatura muscolare, il cui compito è trattenere e proteggere gli organi contenuti nell’omonima cavità.
La parete addominale, però, presenta anche un punto debole: il canale inguinale; qui, infatti, dovendo lasciare spazio ad altre strutture anatomiche fondamentali, i muscoli addominali oppongono meno resistenza ai visceri dell’addome e possono permetterne la fuoriuscita, nel momento in cui qualcosa compromette ulteriormente le capacità di contenimento dei muscoli addominali stessi.
Talvolta, l’ernia inguinale compare senza apparenti motivi; altre volte, invece, è il risultato di uno o più dei seguenti fattori:
– Sovrappeso od obesità (aumentano la pressione che i visceri esercitano sui muscoli della parete addominale);
– Attività fisica intensa;
– Tosse cronica;
– Gravidanza;
– Eccessivo sforzo durante la defecazione (in genere, tale sforzo è correlato a una condizione di stitichezza);
– Muscolatura addominale più debole del normale;
– Età avanzata (comporta un indebolimento della muscolatura, compresa quella addominale);
– Difetto congenito (si tratta di un’anomalia nella chiusura del canale inguinale).
È importante segnalare che, in alcuni casi, l’ernia inguinale sembrerebbe costituire una condizione ereditaria: esistono, infatti, situazioni in cui il problema in questione ricorre all’interno di uno stesso nucleo familiare.
Fattori di rischio di un ernia inguinale
Da studi clinici emerge che favoriscono la comparsa dell’ernia inguinale:
– Il sesso maschile
– Il fumo di sigaretta
– La nascita prematura
– Una storia precedente di ernia inguinale
– L’età avanzata
– La stitichezza cronica
– La gravidanza
– L’eccessiva sedentarietà
– Una storia familiare di ernia inguinale
– Una conformazione anomala del canale inguinale
Sintomi
Di norma, l’ernia inguinale si manifesta con:
– Una tumefazione (rigonfiamento) a livello dell’inguine, le cui dimensioni possono aumentare in posizione verticale (rispetto a quella distesa) o quando si tossisce o si compiono sforzi fisici;
– Sofferenza o vero e proprio dolore in corrispondenza della tumefazione e nei dintorni;
– Senso di tensione o pressione, pesantezza e/o bruciore a livello inguinale.
Talvolta, l’ernia inguinale manca di sintomatologia o causa soltanto lievi disturbi; in altre occasioni, è causa di dolore, ma non di tumefazione. Nell’ernia inguinale, il dolore è dovuto alla compressione che il viscere erniato produce a carico delle terminazioni nervose presenti nel canale inguinale; questo vuol dire che l’entità del dolore è tanto maggiore, quanto più è rilevante la compressione nervosa. Nei casi più gravi, l’ernia inguinale è responsabile di un dolore estremamente fastidioso, quasi insopportabile. Se il paziente assume una posizione distesa, la sensazione dolorosa correlata all’ernia inguinale tende ad attenuarsi, fino quasi a scomparire in alcune situazioni; non appena però la persona sofferente si alza, ricompare e il dolore riprende. In genere, tossire, starnutire e compiere sforzi fisici aumentano il dolore connesso all’ernia inguinale.
L’ernia inguinale non è affatto una condizione da sottovalutare; se trascurata, infatti, può accadere che:
– Diventi progressivamente più grande e comprima sempre più i tessuti circostanti.
Negli uomini, c’è il rischio che possa raggiungere lo scroto, risultando ancora più dolorosa.
– La porzione di organo erniato rimanga intrappolata nel foro creatosi sulla parete addominale (è il fenomeno dell’ernia incarcerata). Quando tale eventualità riguarda l’intestino (avviene nella maggior parte dei casi di ernia inguinale), si verifica un’ostruzione di quest’ultimo, ostruzione che comporta sintomi come nausea, vomito, forte dolore e difficoltà a defecare.
– L’ernia incarcerata subisca il cosiddetto strangolamento (ernia strangolata o ernia strozzata). Si parla di strangolamento di un’ernia inguinale incarcerata quando l’apporto di sangue alla porzione di organo erniato si interrompe, con conseguente principio di necrosi dei tessuti interessati.
Potenziale causa di peritonite, il fenomeno dell’ernia strozzata rappresenta un’emergenza medica che, in assenza di cure immediata, può perfino risultare fatale. I sintomi e i segni tipici di quando un’ernia inguinale si strozza sono:
– Nausea e vomito
– Febbre
– Dolore improvviso alla zona inguinale che diviene sempre più intenso
– Tumefazione indicativa dell’ernia che diventa rossa, bluastra o nera
– Incapacità di defecare o espellere gas
Secondo studi epidemiologici, l’ernia inguinale andrebbe incontro a strangolamento nel 5 % dei casi; questo vuol dire che, fortunatamente, l’eventualità dell’ernia strozzata è abbastanza rara.
Complicanze
Le complicazioni più comuni dell’ernia inguinale sono:
– l’intasamento
– l’incarceramento
– lo strozzamento o strangolamento
L’intasamento erniario è comune soprattutto nell’anziano: l’intestino sempre fuori dalla cavità addominale e le feci che transitano rimangono lì bloccate e si accumulano causando molto fastidio e spesso difficoltà ad evacuare.-
L’ernia incarcerata è lo stadio successivo, non ci sono ancora compromissioni vascolari, ma l’ernia è sempre fuori dalla cavità addominale e il paziente ha forti dolori. In questi casi è necessario intervenire in tempi brevi.
Nell’ernia strozzata o strangolata i vasi sanguigni dell’intestino risultano schiacciati e quindi il sangue non circola più bene e questo può portare a una perforazione o a una necrosi e quindi a una emergenza.
Diagnosi
La diagnosi nella maggioranza dei casi è di tipo clinico, cioè il paziente deve essere visitato prima in piedi e poi sdraiato affinchè il chirurgo possa verificare la presenza della tumefazione con un dito esplorando il canale inguinale fino all’anello di fuoriuscita dove sente il sacco dell’ernia che va avanti e indietro sul colpo di tosse o sulla spinta.
Per completaezza diagnostica si procede con una indagine strumentale tramite ecografica o TAC.
In entrambi i casi è utile adottare la tecnica del dinamismo cioè sia l’ecografia sia la tac e devono essere fatti col paziente che tossisce, che spinge fuori i visceri e crea pressione all’interno della cavità addominale.
Terapia
Non esistono rimedi non chirurgici risolutivi per il trattamento dell’ernia inguinale, si possono solo adottare buone prassi per non peggiorare la propria condizione in attesa dello stesso utilizzando una mutanda elastica contenitiva ed evitando di fare sforzi fisici.
L’unica terapia risolutiva è l’intervento chirurgico.
L’operazione chirurgica di ernia inguinale può essere effettuata in day hospital; questo vuol dire che il paziente può fare rientro a casa nello stesso giorno dell’intervento.
Brevemente, la procedura prevede il riposizionamento della porzione di organo erniato e l’applicazione a livello sottocutaneo, a chiusura del foro anomalo creatosi a livello addominale, di una piccola rete in materiale biocompatibile (in genere polipropilene o poliestere).
Attualmente, le tecniche chirurgiche per eseguire la suddetta operazione sono due:
– La tecnica chirurgica classica (o “a cielo aperto“), la quale prevede un’incisione di diversi centimetri in sede inguinale e che può essere fatta in anestesia locale o spinale
La tecnica laparoscopica (TAPP e TEP) la quale comporta due o tre incisioni di 5 mm ed 1 cm centimetro e richiede il ricorso all’anestesia generale.
In tutti i casi viene applicata una protesi con una speciale tecnica senza suture: la protesi è letteralmente incollata alla parete tramite una speciale colla (colla di fibrina) che garantisce la perfetta aderenza delle rete, senza il rischio di danneggiamento dei nervi della regione inguino-crurale e con una importante riduzione del dolore post-operatorio.
La tecnica laparoscopica permette di trattare con estrema sicurezza l’ernia inguino-crurale e per via della miglior visione possibile con questa via d’accesso, offre la possibilità al chirurgo di posizionare una rete più grande (14 x 10 cm) di quella che si usa con la tecnica tradizionale open con il vantaggio di andare a coprire non solo il forame dell’ernia ma anche le altre possibili sedi di formazione di un’ernia.
In questo caso siamo in grado di ridurre drasticamente la comparsa di una recidiva, anche trattando contemporaneamente ernie presenti sia a destra che a sinistra.
Il dolore postoperatorio, rispetto all’intervento tradizionale, è pressoché nullo, la ripresa delle attività (siano esse lavorative o sportive, anche a livello agonistico-professionale) avviene mediamente in 10-15 giorni.
In particolare i soggetti con ernia inguinale bilaterale o recidiva, o monolaterale ma fisicamente attivi, vengono operati con metodica laparoscopica, secondo due tecniche ormai consolidate da anni (TAPP con accesso trans-addominale e TEP con accesso extra-peritoneale).
La dimissione avviene normalmente la sera stessa o il giorno dopo l’intervento, e dopo una visita di controllo e la rimozione dei punti a 8-10 giorni dall’operazione, il paziente può tornare alle sue attività.
Prevenzione
L’ernia inguinale non è una condizione che si può prevenire in modo assoluto, soprattutto in presenza di una predisposizione familiare o congenita al problema; tuttavia, è da segnalare che esistono numerosi comportamenti e contromisure che, se adottati, possono ridurne fortemente il rischio.
Entrando nei dettagli, riducono la possibilità di sviluppare un’ernia inguinale:
– Il rinforzo dei muscoli addominali
– Il controllo del peso corporeo, tramite una dieta equilibrata e l’esercizio fisico
– Il ricorso alle tecniche più appropriato di sollevamento degli oggetti pesanti
– Non fumare
Ripresa degli allenamenti dopo l’intervento
Dopo l’operazione di ernia inguinale, il paziente può riprendere gli allenamenti già a distanza di 10-15 giorni dall’intervento; occorre segnalare, tuttavia, che, prima di ricominciare ad utilizzare carichi pesanti in esercizi che aumentano considerevolmente la pressione intraddominale, è bene attendere circa 6-10 settimane in relazione al tipo di intervento subito.