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Laparocele
Il laparocele è la formazione di un’ernia su una cicatrice in seguito a un intervento di chirurgia addominale. In circa il 12 % delle incisioni chirurgiche praticate sull’addome nel corso del tempo si può verificare un cedimento della parete muscolo-fasciale attraverso il quale può fuoriuscire l’intestino.
Questa condizione si manifesta con un gonfiore che compare in corrispondenza della cicatrice chirurgica.
I fattori che possono favorire la comparsa del laparocele sono l’età avanzata, il sovrappeso, l’obesità, una precedente infezione della ferita, tipologia ed estensione dell’incisione chirurgica praticata.
Il laparocele è più frequente quando le incisioni sono di maggiore estensione.
Il laparocele può andare incontro alle complicanze di tutte le ernie della parete addominale (ernia epigastrica, ernia ombelicale etc), ha la tendenza a ingrandirsi, può strozzarsi.
Le complicanze del laparocele possono, in alcuni casi, richiedere un intervento chirurgico d’urgenza.
Il laparocele è un’ernia che tende a ingrandirsi con il passare del tempo. Più un laparocele è grande e più è difficile porvi rimedio.
Questi sono i due motivi principali che spingono i medici a raccomandare il trattamento tempestivo, non appena diagnosticato il problema.
– Cause
– Sintomi
– Complicanze
– Prevenzione
– Diagnosi
– Trattamento
– Recupero dopo il trattamento
– Risultati
Cause
La comparsa del laparocele si ha quando il processo di chiusura dell’incisione addominale è inappropriato o fallisce.
Il laparocele è causato dal cedimento della parete muscolo-fasciale che sostiene l’addome.
Generalmente è una conseguenza di una ferita chirurgica (laparotomia), che non si è richiusa perfettamente e con il tempo può aprirsi una “breccia” dalla quale fuoriescono i visceri.
Altre cause possono essere infezioni della ferite, traumi, la lassità delle strutture muscolari.
Può essere causata anche dalle broncopneumopatie croniche ostruttive per i frequenti e violenti colpi di tosse che si riflettono sui muscoli della pancia.
Diverse indagini statistiche hanno evidenziato che il laparocele è più frequente tra:
- le persone in sovrappeso
- le persone anziane
- pazienti diabetici
- fumatori
- soggetti che soffrono di tosse cronica (es: broncopneumopatia cronico ostruttiva), costipazione, ostruzione urinaria e ascite.
Tali condizioni elevano la pressione intraddominale; a sua volta, l’elevata pressione intraddominale favorisce la fuoriuscita dei visceri addominali laddove ci sia un indebolimento della parete muscolare contenitiva - soggetti che fanno uso, o hanno fatto uso in passato, di farmaci antinfiammatori steroidei
- individui che hanno sviluppato un’infezione a carico della ferita addominale, sede del laparocele
- individui che hanno subìto più di un intervento di laparotomia
Sintomi
Il laparocele può essere del tutto asintomatico, cioè essere visibile senza dare alcun disturbo.
In genere però causa nausea, fastidio o dolore, soprattutto in caso di affaticamento, esercizio fisico, lunghe camminate, stazione eretta prolungata oppure sforzi addominali intensi (tosse, starnuti, defecazione).
Complicanze
Il laparocele può diventare una condizione pericolosa per la vita in due circostanze:
– quando a fuoriuscire dalla sua sede addominale è una porzione di intestino e questa porzione subisce un’occlusione (occlusione intestinale).
Un’occlusione intestinale impedisce al contenuto dell’intestino di avanzare normalmente e ciò è causa di alcuni sintomi caratteristici, quali: nausea, vomito, dolori (o crampi) allo stomaco.
– quando il viscere erniato (cioè fuoriuscito) subisce una strozzatura.
Con il termine “strozzatura”, i medici identificano la situazione in cui il tratto di viscere erniato non riceve più il corretto apporto di sangue. Senza il giusto rifornimento sanguigno, le cellule della porzione coinvolta nella fuoriuscita vanno incontro a morte (o necrosi), per assenza di ossigeno e nutrimento.
Prevenzione
La prevenzione del laparocele si ottiene con un adeguato riposo dopo un intervento chirurgico addominale, limitando gli sforzi nelle settimane e mesi successivi all’intervento, soprattutto quando la ferita è più estesa.
È importante rispettare le indicazioni dello staff medico e le visite programmate per la disinfezione e la pulizia della ferita.
In alcuni casi, quando l’intervento è stato particolarmente invasivo, può essere necessario sottoporsi a esercizi di riabilitazione per rinforzare la parete addominale.
Questi esercizi non devono essere eccessivamente faticosi e vanno concordati con il medico.
Diagnosi
Per la diagnosi di laparocele è sufficiente una visita medica e l’osservazione del tipico gonfiore associato alla ferita chirurgica.
In caso di sospetto laparocele, una delle manovre diagnostiche più comuni consiste nella richiesta, da parte del medico al paziente, di tossire per vedere se, in un qualche punto dell’addome, emerge una protuberanza o un rigonfiamento.
In genere poi sono fondamentali: un’ecografia dell’addome, una TAC (o Tomografia assiale computerizzata) e/o una risonanza magnetica nucleare (RMN) a discrezione del medico.
Trattamento
Il trattamento chirurgico del laparocele può essere eseguito con due procedure, entrambe con anestesia generale:
Tecnica tradizionale: l’intervento in laparotomia prevede una grande incisione sull’addome, utilizzando la stessa cicatrice del precedente intervento chirurgico: attraverso questa incisione si isolano il sacco peritoneale e la porta del laparocele.
L’intervento consente di ricollocare i visceri erniati all’interno dell’addome e, generalmente, si posiziona una rete di materiale sintetico il cui scopo è quello rinforzare la parete in cui si era verificato il cedimento dei tessuti che lo ha provocato.
Rispetto all’operazione in laparoscopia, è molto più invasiva.
Gli svantaggi principali dell’intervento chirurgico in laparotomia sono:
– Il ricovero ospedaliero dura alcuni giorni; questi sono necessari al paziente per riprendere parte delle energie fisiche perse a causa della notevole invasività della procedura
– Il dolore post-operatorio è intenso e spesso richiede la somministrazione di antidolorifici per diversi giorni.
Le cicatrici risultanti sono evidenti e di grandi dimensioni
Tecnica laparoscopica: la laparoscopia è una tecnica chirurgica minimamente invasiva, grazie alla quale i chirurghi possono accedere alla cavità addominale e alla cavità pelvica di un individuo, mediante incisioni decisamente più piccole (5 mm/10 mm) di quelle praticate in occasione degli interventi di chirurgia tradizionale “a cielo aperto” (laparotomia).
Per quanto riguarda in particolare i laparoceli, l’esperienza del nostro centro permette di affrontare con metodica laparoscopica tutti i tipi di difetti, sia per dimensioni che per posizione.
Le incisioni (normalmente tre, posizionate lungo il fianco sinistro del paziente) permettono di ridurre il contenuto erniato in cavità addominale e di posizionare reti anche di notevoli dimensioni, che vanno a ricostituire l’integrità della parete addominale, risolvendo definitivamente il laparocele, con notevoli miglioramenti della qualità di vita del paziente, sia a livello funzionale (spesso i pazienti con grossi difetti di parete oltre ad avere problematiche a livello meccanico-muscolare nello svolgere l’attività lavorativa o sportiva presentano anche problemi respiratori correlati al laparocele) che estetico.
La continua evoluzione tecnologica garantisce l’utilizzo di reti con caratteristiche adatte al tipo ed alle dimensioni del difetto, con ottimi risultati sia a livello di dolore postoperatorio che di tenuta nel tempo, in maniera similare a quanto accade per l’ernia inguinale: se con tecnica tradizionale per riparare piccoli o grossi laparoceli era necessario ri-tagliare la parete addominale, spesso con un taglio addirittura più grosso di quello già presente, ed effettuare un intervento lungo e laborioso, con decorsi postoperatori gravati dal rischio di infezioni di parete e limitazione delle attività anche per periodi discretamente prolungati, la laparoscopia permette di eseguire lo stesso intervento eliminando tali inconvenienti.
Tutti i vantaggi dell’intervento in laparoscopia:
– Essendo di piccole dimensioni, le incisioni chirurgiche hanno una tendenza minore a sviluppare infezioni
– Il dolore post-operatorio è minore di quello che segue un intervento chirurgico in laparotomia
– Il ricovero ospedaliero dura meno (1-2 giorni), rispetto al ricovero ospedaliero previsto dopo un intervento in laparotomia
– Le cicatrici derivanti dalle incisioni chirurgiche sono minime e poco evidenti
– Guarigione più rapida e tempi di recupero più corti, rispetto a quanto accade in occasione di un intervento chirurgico in laparotomia.
– Minor tasso di recidiva
Dopo l’intervento se il dolore è presente, può essere facilmente gestito con dei farmaci analgesici. Inoltre nei giorni successivi all’intervento è importante indossare una speciale fascia elastica contenitiva. non bisogna sollevare pesi e praticare attività fisica per almeno 20 giorni. Il ritorno al lavoro è possibile, in base al tipo di mansione, dopo circa 15-20 giorni. E’ importante utilizzare la fascia elastica-contenitiva per un periodo non inferiore ai 30 giorni.