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Tumore del Pancreas
Il pancreas è una ghiandola che produce tre sostanze: l’insulina e il glucagone, che regolano la concentrazione di zucchero (glucosio) nel sangue, e il succo pancreatico, aiuta i processi di digestione nell’intestino tenue.
Pur avendo dimensioni contenute, con una larghezza massima intorno ai 13 centimetri, svolge una funzione essenziale per regolare il metabolismo e il corretto funzionamento dell’organismo.
Il carcinoma pancreatico è una delle neoplasie a prognosi più infausta, rappresentando la quarta causa di morte nel sesso femminile (7%) e la sesta nel sesso maschile (5%), con una sopravvivenza a 5 anni dell’8% e a 10 anni del 3%.
Il tumore del pancreas colpisce, prevalentemente, soggetti di età compresa tra i 60-80 anni e i principali fattori di rischio sono il fumo e l’alcool.
Uomini e donne sono colpiti dal tumore del pancreas in uguale misura.
Circa il 70% dei tumori del pancreas si sviluppano nella testa dell’organo e la maggior parte di questi ha origine nei dotti (canali) che trasportano gli enzimi della digestione.
La forma più comune è l’adenocarcinoma pancreatico, che ha origine nei dotti che trasportano gli enzimi digestivi.
Sono più rari invece i tumori che originano dalle cellule che producono gli ormoni, chiamati tumori neuroendocrini o NET.
– Cause
– Sintomi
– Diagnosi
– Terapia
– Chirurgia mininvasiva per il tumore al pancreas
– Fattori di rischio del cancro al pancreas
Cause
All’origine del carcinoma pancreatico come l’adenocarcinoma ci sono varie condizioni, ma non è chiaro il meccanismo che ne favorisca lo sviluppo.
I principali fattori di rischio noti sono il fumo, l’obesità e il diabete di tipo 2.
Al momento non esistono sistemi per la diagnosi precoce e lo screening, come invece sono disponibili per altri tipi di tumore (mammella, colon-retto).
Sintomi
Spesso i segnali che possono far sospettare la presenza di un tumore al pancreas vengono confusi con i sintomi di problemi al fegato o allo stomaco dovuti alla compressione della massa tumorale su questi organi e loro strutture.
Tra i sintomi iniziali del tumore al pancreas e difficilmente collegabili alla malattia si registrano:
– Itterizia (pelle e occhi diventano giallastri) per un problema epatico dovuto al tumore pancreatico che altera la funzionalità della bile;
– Comparsa improvvisa di diabete: può rappresentare un sintomo precoce, soprattutto quando compare in assenza di una familiarità;
– Depressione. Poco dopo la sua insorgenza, per motivi sconosciuti, il carcinoma del pancreas indurrebbe un abbassamento del tono dell’umore, classificabile come depressione, che precede la diagnosi.
I segnali più ricorrenti sono:
– Prurito diffuso
– Dolori nella parte superiore della schiena, dovuta alla posizione del pancreas vicino alla spina dorsale
– Dolori allo stomaco
– Nausea, mancanza di appetito cattiva digestione che non risponde ai farmaci prescritti
– Improvvisa perdita di peso senza una spiegazione
– Urine scure
– Feci chiare e galleggianti
Diagnosi
Attualmente non esistono metodi per la diagnosi precoce del carcinoma del pancreas.
La malattia è di solito per lungo tempo asintomatica.
Solo il 7% dei casi è diagnosticato in stadio iniziale.
Se viene scoperto precocemente e risulta localizzato, i pazienti possono essere sottoposti a intervento chirurgico.
La valutazione diagnostica e di stadiazione (quanto è grande e quanto si è esteso il tumore rispetto alla sede originale di sviluppo) può richiedere l’esecuzione di ecoendoscopia, TC o RM, completati da prelievo bioptico mirato con ecoendoscopia.
È indicativa la valutazione dei livelli del CA19.9 nel sangue.
Perché è difficile fare diagnosi di tumore al pancreas
Il tumore al pancreas viene quasi sempre scoperto per caso, nel corso di esami diagnostici per altri disturbi.
Purtroppo, quando si manifestano i sintomi, il cancro è ormai diffuso in altri organi perché alcuni tipi di carcinoma pancreatico raggiungono i vasi che s’irradiano verso il fegato, producendo metastasi estese.
Questo potrebbe spiegare perché mediamente solo una persona su dieci con cancro al pancreas ha un tumore localizzato e non ancora diffuso.
Questo spiega perché spesso l’asportazione chirurgica del tumore può non essere sufficiente, o rivelarsi inutile, se ci sono già metastasi.
Terapia
Nei tumori operabili perché il tumore è circoscritto, quindi diagnosticato in fase iniziale, cioè prima della comparsa dei sintomi, è indicata la chirurgia seguita, all’occorrenza, da chemioterapia adiuvante.
Nella malattia localmente avanzata, la chemioterapia può essere seguita dall’intervento chirurgico per i casi che raggiungono l’operabilità o anche da chemio-radioterapia.
Esistono diversi tipi di interventi chirurgici per il tumore del pancreas:
Duodenocefalopancreasectomia: è l’intervento più comune per il tumore del pancreas.
Consiste nell’asportazione della “testa” del pancreas, ovvero la porzione di pancreas situata accanto al duodeno, unitamente alla asportazione del duodeno, della cistifellea, della parte terminale del dotto biliare e, a volte, di una porzione di stomaco; questi organi sezionati poi vengono anastomizzati (ricongiunti) a un tratto dell’intestino tenue.
Si tratta di un intervento complesso e delicato, che é talora seguito da complicanze; la più frequente e temibile è rappresentata dalla perdita di succo pancreatico dalle suture (complicanza che si verifica in circa il 15-20% dei casi e che talora, seppur assai raramente, può comportare la necessità di un nuovo intervento chirurgico).
La perdita di circa il 7% del peso corporeo è frequente dopo questo intervento, mentre un diabete di nuova insorgenza compare solo raramente.
A distanza di circa 6 mesi dall’intervento, la grande maggioranza dei pazienti è in grado di recuperare la propria normale vita quotidiana, senza sostanziali variazioni nella qualità di vita.
Pancreasectomia sinistra o distale: permette di asportare la parte del corpo e la coda del pancreas, spesso insieme alla milza; in caso di tumori benigni, generalmente la milza viene invece conservata.
Pancreatectomia totale: consiste nell’asportazione di tutto il pancreas insieme alla cistifellea, al duodeno ed a una porzione di stomaco, al dotto biliare, alla milza e ai linfonodi regionali.
Questo tipo di intervento viene eseguito in caso di tumori multifocali o comunque diffusi a tutto l’organo.
Chirurgia mininvasiva per il tumore al pancreas
Le nuove possibilità terapeutiche sono di fondamentale importanza per i pazienti, ma non bastano.
Anche la chirurgia ha un ruolo importante, ma è associata ancora a una notevole incidenza delle recidive e della mortalità a un anno.
La terapia chirurgica offre migliori chance di sopravvivenza, ma purtroppo è praticabile in meno del 20% dei casi a causa della diagnosi solitamente fatta in fase avanzata della malattia.
Inoltre è una chirurgia che presenta un alto livello di complessità che ha conseguenze importanti sui tempi di ricovero e sul recupero funzionale del paziente.
Negli ultimi dieci anni lo sforzo si è concentrato sul miglioramento dell’iter diagnostico della malattia e sulla riduzione dell’impatto chirurgico nei pazienti operabili.
È cresciuto notevolmente, in particolare, l’interesse per l’approccio laparoscopico, cioè mininvasivo, e si è affermata la necessità di estenderlo sempre di più nella pratica clinica.
L’approccio mininvasivo dovrebbe essere adottato in tutte le patologie che necessitano una resezione della parte sinistra del pancreas (corpo/coda).
Anche sulla testa della ghiandola si può intervenire con la tecnica laparoscopica.
Risulta di più difficile esecuzione, ma se fatta da esperti apporta minori traumi alle pareti addominali e permette tempi di ricupero più rapidi, con minore danno alle riserve fisiologiche del paziente e al suo sistema immunitario.
In più, un ricovero precoce consente di intraprendere al più presto la terapia medica sistemica e di ottenere importanti benefici.
Fattori di rischio del cancro al pancreas
Il fattore di rischio che aumenta la probabilità di sviluppare un carcinoma pancreatico è il fumo di sigaretta, anche passivo.
I fumatori hanno infatti dal doppio al triplo del rischio di incidenza rispetto ai non fumatori.
È stata inoltre identificata una relazione dose-risposta e ben documentata la diminuzione del rischio in rapporto alla cessazione del fumo.
La proporzione di carcinoma pancreatico attribuibile al fumo è dell’ordine del 20-30% nei maschi e del 10% nelle donne.
Altri fattori di rischio chiamati in causa riguardano lo stile di vita e l’alimentazione.
L’obesità, la ridotta attività fisica, l’alto consumo di grassi saturi e la scarsa assunzione di verdure e frutta fresca sono correlati a un più alto rischio di contrarre la malattia.
È presente, anche se meno marcata, l’associazione con il consumo di alcool, mentre il rischio da consumo di caffè, proposto da alcuni studi del passato, non è stato in seguito confermato.
Tra le patologie d’organo, la pancreatite cronica è considerata una condizione di rischio per questi tumori (fino a 10 volte e più rispetto alla popolazione generale), così come il diabete mellito (1,5-2 volte) e la pregressa resezione parziale o totale dello stomaco (gastrectomia) incede per le 3-5 volte.
Fino al 10% dei pazienti con tumori pancreatici evidenzia una storia familiare, che in alcuni casi è possibile spiegare nel contesto di sindromi note: la sindrome di Peutz-Jeghers (rischio di oltre 100 volte), la sindrome familiare con nevi atipici multipli e melanoma (20-30 volte), la mutazione del gene BRCA (3-10 volte), la pancreatite ereditaria (10 volte) e la sindrome di Lynch.
di neoplasie.